lunedì 21 novembre 2011

La Pearà de Verona

La pearà, termine veneto che significa "pepata", è una salsa realizzata con pane grattugiato,formaggio parmigiano o grana in quantità pari a circa la metà del peso del pane midollo di bue, burro , brodo di carne e abbondante pepe. Per una realizzazione perfetta è fondamentale una lenta e lunga cottura
(anche 2 o 3 ore). Questa salsa è tradizionalmente accompagnata al bollito misto, detto anche lesso. La diffusione di questa salsa, tipico accompagnamento del lesso delle domeniche o del Natale, è limitata al Veneto, soprattutto nella provincia di Verona. Non è da confondere con la peverada, salsa a base di fegatini di pollo, da cui differisce molto.
Le origini di questo piatto povero e agricolo sono ignote; la leggenda narra che fu il cuoco di Alboino, re dei Longobardi, a inventarla perché aveva bisogno di un cibo in grado di ridare forza a Rosmunda, la moglie del re, che si stava lasciando morire di fame in seguito all'assassinio del padre. Di sicuro si sa che, assieme al lesso, la pearà era l'alimento principale delle famiglie povere. Nella seconda metà del 1800, per l'impoverimento generalizzato del Veneto in seguito all'unità d'Italia, il bollito, e quindi anche la pearà, venne introdotto nei menù dei nobili, sdoganando così l'immagine e la diffusione del piatto.


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